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Museo Archeologico di Priverno

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Museo Archeologico di Priverno

Realizzato dal Comune di Priverno e inaugurato nel 1996, il Museo Archeologico di Priverno è ubicato nel centro storico della cittadina laziale, a piazza Tacconi, ed è dedicato a Privernum, colonia romana fondata nel tardo II secolo a.C. all'interno della Valle dell'Amaseno.
Il Museo, attraverso un percorso che si snoda in 13 sale, racconta la storia della colonia e ricompone lo sviluppo topografico del territorio privernate sin dalle fasi protostoriche e arcaiche.
I reperti archeologici, provenienti dai vari scavi avvenuti nell'area nel corso dei secoli, sono integrati da un efficace supporto didattico che, mediante foto, testi e disegni, ricostruisce paesaggi, monumenti e aspetti della vita di tutti i giorni. L'immagine che se ne ricava è quella di una florida città, che conobbe il suo massimo splendore fra l'ultimo secolo della Repubblica e il primo dell'Impero. A dimostrarlo sono soprattutto gli splendidi mosaici che ornavano tre sontuose case patrizie della fine del II secolo a.C., mosaici documentati attraverso foto, pannelli luminosi e plastici e, soprattutto, attraverso il sontuoso pavimento distaccato da una sala di rappresentanza di una di queste domus allestito nel salone centrale: oltre 30 mq di mosaico policromo decorato con motivo a cassettonato prospettico e impreziosito da una lunga soglia musiva che illustra un paesaggio lungo il Nilo.
La vita che si svolgeva nelle ricche case dei Privernati è ricostruita, al Museo, attraverso materiali del vivere quotidiano: vasellame da cucina e da mensa, anfore, lucerne, fusi, telai e tutta una serie di delicati oggetti da maquillage aprono una parentesi sugli usi e consuetudini degli antichi cittadini. Recentemente riaperto al pubblico nella nuova sede del prestigioso Palazzo Valeriani Guarini Antonelli, il nuovo Museo Archeologico si avvale di un allestimento originale e innovativo, inserito all’interno di un edificio storico di cui si può ammirare la facciata, decorata con la tecnica del graffito, e gli interni, impreziositi da un ciclo pittorico in tardo Liberty, realizzati negli anni ’20 del Novecento da artisti di ambiente romano.
La narrazione è rigorosamente scientifica ma anche, a tratti, suggestiva e volutamente scenografica, nella quale trovano spazio le testimonianze della vita pubblica e privata degli abitanti della città.
Alla già ricca sezione dedicata alla vita quotidiana si è aggiunto un settore riservato alle donne, al loro lavoro quotidiano nella casa, soprattutto la tessitura, e la cura della persona, realizzata con l’ausilio di tanti piccoli manufatti che ricordano molto gli oggetti da noi impiegati abitualmente.